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Massimiliano Croci racconta la vitivinicoltura under trenta | vinipiacentini

Vini piacentini under trenta. Articolo di Massimiliano Croci


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Sono sempre di più i giovani che subentrano nelle aziende vitivinicole di famiglia o che iniziano a produrre vino, pubblichiamo con piacere questo articolo di Massimiliano Croci, giovanissimo vignaiolo a Castell’Arquato in Val d’Arda, in cui ci racconta le motivazioni per diventare oggi vitivinicoltori, le difficoltà e i progetti che invece entusiasmano.

Massimiliano CrociPer parlare del ruolo dei giovani in viticoltura credo sia utile rendere chiara la situazione in cui ci troviamo: come tutti noi sappiamo uno dei pilastri dell’agricoltura piacentina è senza dubbio la produzione di vino, un patrimonio di tutti che va valorizzato e preservato. Le superfici investite a vigneto nel piacentino ammontano a circa 6.000 ettari e la produzione di vino si aggira intorno ai 350.000 ettolitri all’anno. Un dato molto importante da sottolineare è che la produzione di vini DOC e IGT incide oggi sul totale per più del 70% ed è in costante aumento. Specialmente in quest’ultimo anno però il mercato del vino di bassa gamma a Piacenza, come in diverse regioni d’Italia sta vivendo una vera e propria crisi, dovuta a diversi fattori tra i quali: situazione economica, diminuzione di domanda, aumento di produzione ecc. (alcune regioni stanno chiedendo la distillazione di soccorso).

La crisi economica nel mercato del vino di alta gamma sembra aver colpito soprattutto i grandi nomi della vitivinicoltura nazionale, creando così nuovo spazio per i territori emergenti, come quello piacentino con un ottimo rapporto qualità prezzo. Le aziende vitivinicole piacentine, seppure con modalità diverse, sembrano aver colto i segnali positivi del mercato ed essersi adeguate sia in termini di strutture sia di strategie commerciali. Un segnale molto importante di questa dedizione verso la qualità è dato dal costante aumento di vini e aziende piacentine quotate sulle guide nazionali. Il percorso in questa direzione, però, è ancora lungo…

Nonostante gli sforzi promozionali di tutto il nostro sistema, infatti, la reputazione dei vini piacentini non è ancora cresciuta appieno, tanto che, secondo le valutazioni degli operatori, vini di pari qualità provenienti da altri territori riescono a strappare prezzi superiori. Un forte fattore di svantaggio è costituito proprio dalla difficoltà nel ricambio generazionale degli imprenditori, che pone grossi interrogativi sulla futura gestione degli impianti. E’ in questa situazione che ci troviamo ad operare noi giovani produttori di vino, ed è in base a questi pochi dati in nostro possesso che dobbiamo individuare il percorso migliore per le nostre aziende.

Mi spiego meglio, noi giovani ci troviamo ad operare in una situazione di cambiamento del mercato vinicolo e questo comporta un assottigliamento dei margini di guadagno, è qui che nasce il dubbio se rimanere o meno a lavorare in questo settore. Tale cambiamento del mercato implicherà, per il nostro territorio, la necessità di adeguamenti e modifiche e i cambiamenti si sa sono sempre difficili. Purtroppo la maggior parte delle aziende dei nostri padri era proiettata (e in alcuni casi è) ad un tipo di coltivazione di quantità la cui produzione era venduta prevalentemente in damigiana; le rimanenze venivano ritirate da commercianti a prezzi ridicoli. Nelle realtà in cui si imbottigliava, il prezzo restava comunque basso per riuscire a collocare tutto il prodotto sul mercato. Ora credo stia a noi giovani decidere se aspettare una crisi che congestionerebbe il mercato e da cui difficoltosamente riusciremmo a salire, o cercare di evolvere gradualmente il nostro modo di produrre e di presentarci al mercato, per far si che anche noi come i nostri padri possiamo arrivare alla pensione su queste terre, con non poche difficoltà, certo, ma per lo meno soddisfatti. Siamo entrati in agricoltura solo per fare reddito? Direi proprio di no… in fondo ai nostri cuori c’è innanzi tutto una passione e un forte Amore per la nostra terra. Ed è questo che   abbiamo il dovere di preservare, per dare la possibilità a chi verrà dopo di noi, ai nostri figli, di provare questo Amore e poter scegliere, per passione, questo mestiere e non essere costretti a fuggire perché non redditizio.

Preparazione dell'icewine di CrociLa zona collinare della nostra provincia è davvero particolarmente vocata alla produzione vitivinicola di qualità e credo sia nostro dovere, in quanto produttori, valorizzare queste potenzialità. E’ arrivata l’ora di farci conoscere, di portare la viticoltura piacentina a quel lustro che merita perché non ha niente da invidiare ad altre zone vinicole ben più famose. Per fare ciò non dobbiamo stravolgere la produzione vitivinicola, ma solo tenere ben presente il legame con il territorio ed il rispetto della tradizione, mettendoci quel pizzico di innovazione e vitalità tipica dei giovani. Credo quindi che i giovani imprenditori vitivinicoli possano rappresentare un mix di innovazione e tradizione. La tradizione del legame indissolubile che unisce ogni uva-vino con il proprio territorio e che rispecchia le caratteristiche e le peculiarità del terroir, l’innovazione dei giovani, con le loro idee e i loro esperimenti che spesso portano a prodotti di eccellenza.

Il vino rappresenta arte, storia, cultura e tradizione. Aprendo una bottiglia di vino oggi, si ha la certezza che non sarà come aprirla domani; perché il vino è vivo… è in movimento proprio come noi giovani viticoltori, e ha un legame inscindibile con il territorio. Importante è anche sottolineare che nella storia di ogni singolo prodotto è racchiusa la storia dei viticoltori, l’amore e la cultura nel proprio prodotto. La tradizione, la storia e la qualità con cui le nostre aziende producono e propongono i propri prodotti è la vera rintracciabilità che ogni consumatore cerca…. Credo che per poter finalmente evolversi sia necessario avere con noi stessi, una visione onesta, sincera e critica, delle proprie aziende, non possiamo restare nella sola dimensione produttiva, abbiamo l’obbligo (verso noi stessi, la società e le generazioni future) di pensare, progettare e perseguire un’idea imprenditoriale in grado di garantirci reddito e futuro.

Come imprenditori dobbiamo avere sempre il coraggio di leggere con positività le sfide del futuro e saper sfruttare al meglio le opportunità che ci si presentano. Solo attraverso la crescita di tutte le aziende potremo avere un sistema rete tra imprese. Imprese che sappiano annullare le distanze tra loro e sappiano, cosa molto importante, relazionarsi, scambiando nuovi idee, nuovi stimoli per crescere; nella direzione della valorizzazione, della qualità, della rintracciabilità e della tipicità. Chi se non i giovani possono intraprendere questi percorsi? Percorsi che rappresentano per il settore vitivinicolo un riferimento preciso per dare peso e speranza alle nostre imprese, per continuare a crescere insieme.