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Continuando a parlare di vini siamo andati alla Locanda del Falco dove ci ha accolto Marco Piazza che insieme alla sorella Sabrina propone piatti tipici piacentini, una cucina semplice e tradizionale ma utilizzando ottimi elementi primi. Il ristorante offre un ambiente caldo, accogliente e raffinato, si trova all’interno dell’antico Borgo di Rivalta ed entrando si respira ancora l’aria della storia lontana grazie alle antiche mura e recente grazie alla piccola bottega di alimentari che fa parte del ristorante e che un tempo non tanto lontano era la bottega del paese.
“Sono circa 18 anni che ho la passione del vino – racconta Marco – e di anno in anno ho continuato a far crescere la nostra cantina. Ora possiamo offrire un’ampia scelta di vini sia locali che italiani e internazionali. Qui si consuma molto vino, è un locale dal carattere familiare e quindi i vini locali sono molto richiesti, ma i desideri dei clienti cambiano anche in base ai momenti: durante la settimana abbiamo molti pranzi di lavoro e tavoltate di amici alla sera, nel week end si fermano i turisti che provengono soprattutto dalla Lombardia.”
Ma la prospettiva di Marco non è solo quella del ristoratore, la sua passione per i vini lo rende attento alle evoluzioni del prodotto locale: “Il vino dei Colli Piacentini è molto migliorato negli ultimi anni e l’interesse verso le nostre etichette è cresciuto al punto che oggi molti vini piacentini sono di livello nazionale. Il problema di Piacenza è quello di accontentarsi, di non lavorare per farsi conoscere anche fuori da questa zona, mancano sinergie tra i produttori (a parte qualche raro esempio…) e sono proprio queste sinergie che permettono di crescere, creando il confronto, ma anche unendosi per promuovere i prodotti locali. Il gutturnio ad esempio è un vino migliore di tanti altri ma manca di promozione, non lo si conosce, così come non si conosce il territorio dei Colli Piacentini. Poi in questi anni tanti produttori si stanno concentrando sull’uva bonarda. Oltre ad essere presente nel gutturnio qui è sempre stata vinificata per ottenere un vino leggero e frizzante, ma in questi ultimi anni si sta ottenendo un vino fermo e strutturato, è ottimo ad esempio il Bonarda di Lusenti, un vino morbido senza vene dolci.”
Ma in questo grande fermento di produzione vinicola ci sono piccoli produttori che stanno emergendo? “Certamente, solo che le cantine vitivinicole più conosciute si avvalgono di tecnologie che consentono una qualità costante, mentre i piccoli produttori devono necessariamente seguire l’andamento climatico nazionale con conseguenti alti e bassi nell’andamento qualitativo delle annate. Per questo quando le vendemmie sono eccellenti sono proprio i piccoli produttori che fanno gli exploit e ottengono i grandi vini. Sarebbe sempre da preferire chi accetta il vino come viene con le sue grandi annate e le sue annate discrete, ma c’è il problema economico… si potrebbe fare come in Francia dove vengono cambiati i prezzi in base alla qualità della specifica annata, ma qui ancora non siamo abitutati.”
Un ultimo consiglio ai produttori? “Solo uno: trovare il modo di stare insieme, creare sinergie, scordare invidie e gelosie. Se c’è accordo tra loro ne verranno solo cose positive”.
La spesa per una cena è di circa 37 € più le bevande
Per prenotazioni potete telefonare al numero: 0523/978101